Mai come ai tempi della (ri)nascita delle correnti neo-femministe questa raccolta di racconti di Amalia Guglielminetti può considerarsi una lettura più giusta e stimolante. Tipi bizzarri, pubblicato per la prima volta nel 1931 da Arnoldo Mondadori, fa parte di quel genere di produzione narrativa d’intrattenimento, in cui le scrittrici italiane trovarono sempre più spazio per far sentire la propria voce riguardo la questione femminile e il ruolo della donna nella società. Ma ciò che rende ancora oggi questa raccolta veramente rivoluzionaria e di forte attualità è la volontà dell’autrice di presentare la lotta femminile per affermare una piena autonomia, la presa di coscienza del proprio essere e la spinta di emancipazione dai canoni tradizionali che caratterizzarono le prime due decadi del Novecento. Sono proprio questi elementi che accomunano tutti i racconti e ci portano alla scoperta di quella carrellata di personaggi che la Guglielminetti presenta. La volontà di creare scenari di facile fruizione, diretti, in cui manifestare la bizzarria di comportamenti e parole di quei “tipi”, osservati dalla lente schernitrice dell’anticonformismo e dell’ironia e descritti attraverso l’uso attento e sferzante di una lingua sofisticata, alta e a tratti solenne, rendono questa raccolta interessante e stimolante per il lettore, il quale ha il compito di riuscire a comprendere, sin dalle prime righe, che non è più importante la complessità della struttura narrativa e dell’intreccio entro cui sono inseriti e si muovono i personaggi, bensì l’abilità di sguardo e di fredda analisi che svela la labile e corrotta moralità di ogni donna e uomo conducendoli e inchiodandoli a un beffardo destino. In questa raccolta Amalia Guglielminetti dimostra una propria originalissima capacità di ripensare i rapporti tra uomo e donna, di ribaltarli completamente, scardinando le più sciocche e patetiche credenze borghesi, e riorganizzando i ruoli di genere all’interno del mutamento che investì la società e la cultura italiane tra Ottocento e Novecento. Rimane solo da chiedersi chi avrà la meglio in questa perfida battaglia di sessi all’ultimo colpo.
RASSEGNA STAMPA
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